28/01/2021
Ho immensamente voluto di Gabriele Barbati
Partiamo dalla Cina per un viaggio nell'attivismo e le sue sfumature.
Chi sono gli attivisti?
Piccole donne e piccoli uomini che provano a migliorare il pianeta in cui vivono. Gli attivisti politici, gli attivisti ambientali, e poi ci sono i giornalisti e gli editori indipendenti, anche loro seguono il filo dell'attivismo, seppur meno pericoloso.
"Ho immensamente voluto" edito da Funambolo Edizioni farà da cornice a tutto ciò di cui parleremo.
Ed è con le parole di Valentina Barile, reporter e scrittrice, che presentiamo questo evento speciale, che apre il nostro nuovo calendario dopo una lunga pausa.
Volevamo iniziare con un piatto ricco, una proposta nuova, ma in linea con quello in cui crediamo fermamente: il valore imprescindibile dell'indipendenza.
Ci saranno tanti ospiti, voci libere, per parlare del romanzo "Ho immensamente voluto" di Gabriele Barbati, di editoria indipendente con Michela Morelli di Funambolo edizioni, di informazione libera con Radio Bullets e Barbara Schiavulli.
A condurre l'intervista sarà Valentina Barile.
Il libro
Quante volte si cerca di piegare ad altro destino ciò che per sua natura è immutabile?
Sono i primi anni Duemila, quelli dellaffermazione mondiale della Cina, delle Olimpiadi di Pechino e dellemersione della società civile. Zeng Jinyan frequenta luniversità del Popolo e lavora come volontaria con gli orfani dellHIV-AIDS. Nelle aree rurali, la malattia ha ucciso migliaia di persone che per poter campare hanno venduto il proprio sangue in ambulatori mobili gestiti dalle autorità. Quando incontra Hu Jia, un attivista per lambiente e i diritti civili, la lotta per la democrazia di lui diventa la lotta di lei per proteggere quanto ha di più caro. Hu Jia è sotto continuo controllo della polizia segreta cinese, scompare per giorni, viene maltrattato, picchiato brutalmente, sbattuto in carcere. Zeng Jinyan lo difende, lo cerca, lo aspetta. Anche dopo essere diventata madre di una bambina che conoscerà il padre solo attraverso un vetro divisorio. Una storia di lotta e di amore. Ma dove è il limite tra lamore incondizionato e la propria libertà? Una narrazione che attraversa la repressione cinese che porta ai Giochi del 2008, le proteste degli anni successivi e le vicende di altri dissidenti: Gao Zhisheng, Chen Guangcheng e il premio Nobel per la pace, Liu Xiaobo. Tutte persone che desiderano cambiare il Paese in cui sono nati. La Cina invece cambierà loro. Il romanzo è tratto da una storia vera.
L'autore
Gabriele Barbati è nato a Roma nel 1979. Ha trascorso quasi quindici anni tra Pechino, Gerusalemme e Washington, raccontando la Cina, il Medio Oriente e gli Stati Uniti per media italiani e internazionali. Nel 2014 ha pubblicato Trappola Gaza. Nel fuoco incrociato tra Israele e Palestina, per Informant, un ebook sul conflitto vissuto nella striscia di Gaza. Questo è il suo primo romanzo.
La relatrice
Valentina Barile
Reporter e nannatrice di viaggio, scrive per riviste italiane - Donna Moderna, Confidenze, cura la rubrica letteraria di Radio Bullets - e sudamericane - Convergencia Medios (Cile), Rede Brasil Atual (Brasile), corrispondente dall'Italia per Alajuela Digital, Web TV di Costa Rica. In libreria, con due reportage narrativi, #mineviandanti sull'Appia antica e #mineviandanti sulla via Popilia, pubblicati da Les Flâneurs edizioni.
Radio Bullets
è una testata giornalistica indipendente con una redazione diffusa che nasce dalla collaborazione di giornalisti ed esperti che si occupano di Esteri. Mai come oggi è importante sapere cosa accade nel mondo per capire il contesto che ci circonda. Ci sono storie, eventi, notizie che segnano il nostro mondo ma che non sono accessibili nel panorama italiano troppo concentrato su se stesso, troppo preso a spendere meno più che a offrire qualità. Radio Bullets ha una sezione news con storie, reportage, notizie e un notiziario quotidiano inclusivo, con un occhio puntato sui diritti umani e sulla libertà di espressione. L'altra sezione riguarda lo storytelling, podcast che si occupano di cultura, economia, sport, viaggi, perfino serie televisive e fotografica, sempre con un taglio internazionale.
Barbara Schiavulli
corrispondente di guerra e scrittrice, ha seguito i fronti caldi degli ultimi ventiquattro anni, come Iraq e Afghanistan, Israele, Palestina, Pakistan, Yemen, Sudan, Cile, Haiti, Venezuela. I suoi articoli sono apparsi, tra gli altri, su Repubblica, il Fatto Quotidiano e l'Espresso. Ha collaborato con radio (Radio 24, Radio Rai, Radio Popolare, Radio Svizzera Italiana, Radio Capital, Radio Radicale) e TV (RAI, RAI News 24, Sky TG24, LA7, TV Svizzera Italiana, Bbc). Dirige Radio Bullets, una testata giornalistica online che si occupa di Esteri. Vincitrice di numerosi premi nazionali e internazionali, tra cui il Premio Lucchetta, il Premio Antonio Russo, il Premio Maria Grazia Cutuli e il Premio Enzo Baldoni. Ha pubblicato Le farfalle non muoiono in cielo (La Meridiana, 2005), Guerra e guerra (Garzanti, 2010), La guerra dentro (2013) e Bulletproof diaries. Storie di una reporter di guerra (2016). E "Quando muoio lo dico a Dio, storie di ordinario estremismo", (2017). Viaggia sempre con un trolley rosa e una stilografica.